progetto voyager

Monica Robinig (2003)                                                                       Bruno Mangiaterra (2003)















Progetto Voyager offre una panoramica sul lavoro di un gruppo di artisti che, pur nella diversità specifica dei linguaggi,  affronta il tema comune dell'utilizzo di detriti, scarti, rifiuti etereogenei per la produzione di opere d'arte. Si illustra un percorso che può essere a tratti comune ma non omogeneo, come indizio di una tendenza a considerare comunque il materiale di scarto, o l'uso di tecnologie al di fuori del loro specifico impiego, come prassi consolidata sia del fare artistico contemporaneo che nella sensibilità estetica sul piano sociale.
Progetto Voyager utilizza i materiali spiaggiati sulle coste del promontorio del Conero e li consegna agli artisti che li elaborano in un laboratorio temporaneo open-air. Le opere vengono successivamente esposte fino al loro decadimento in alcuni siti di Portonovo, luogo di grande valore ambientale inserito nel Parco Regionale del Monte Conero. Si tratta di un'operazione di Land Art che non prevede l'alterazione permanente del sito che la ospita e che enfatizza la provenienza dei materiali di recupero che, pur del tutto simili a quelli rintracciabili in discarica, hanno viaggiato per mare ed al mare ritornano.
Un rito?
Proprio tenendo conto di quest'ultimo aspetto, quello del viaggio, PROGETTO VOYAGER ha articolato nelle sue due prime edizioni performances che ne hanno sottolineato efficacemente l'importanza.
Nella edizione inaugurale del 2002, con alcuni dei materiali recuperati in spiaggia, è stata costruita una zattera/manufatto artistico che è stato rilasciato al flusso delle correnti marine con l'obbligo, nel caso venisse recuperato da altri artisti/cercatori di rifiuti di dare vita, continuandolo, al medesimo progetto.  
Nel 2003 parte decisiva della rassegna è stata il viaggio in barca da Ancona a Split realizzato il giorno seguente all’inaugurazione di Portonovo. 
Si trattava di dare fondamento ai propositi di stabilire un contatto fisico con l’altra costa adriatica: il viaggio è un elemento di costruzione di rapporti, di conoscenza dell’altro. La barca con gli artisti a bordo portava una testimonianza di quanto era stato già realizzato, ma anche i semi di quanto si andava a spargere a Split, sulla costa opposta.
Le rassegne del 2003 e 2004 sono state curate da Valerio Dehò.


Sergio Capone (2003)






























Luigi Mastrangelo e Gianni Pedullà (2003)


Alessio Unali (2004)






























Andrea Papini (2004)